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LivingAlive - Meditare: risposte a domande frequenti sulla meditazione
APPROFONDIMENTI - Risposte a domande frequenti sulla meditazione
 

1. Perché fa bene meditare?
2. Quali sono gli effetti della meditazione e quanto durano?
3. Perché praticare la meditazione è utile anche nel lavoro?
4. I sentimenti e le emozioni giocano un ruolo importante sul lavoro?
5. Posso continuare la mia vita e le mie attività normali?
6. È uguale farlo da soli o in gruppo?
7. Si può meditare a casa?
8. E' utile meditare ogni giorno?
9. Quali tecniche di meditazione utilizzate?
10. Meditazione significa stare tanto seduti a gambe incrociate?
11. La meditazione è adatta solo alle persone serie?

1. Perché fa bene meditare?
Oltre ad essere uno strumento per l'evoluzione personale, la meditazione - è stato dimostrato - ha degli effetti molto positivi sul benessere e l'equilibrio psicofisico (si vedano a questo proposito le numerose ricerche svolte nell'ambito della Meditazione Trascendentale di Maharishi). Il nostro sistema nervoso è spesso iperstimolato e sovraeccitato e questo porta dei disturbi all'equilibrio tra sonno e veglia, attività e rilassamento, interrompendo il ritmo naturale che ci permette di staccare la spina e di ricaricarci. Lo studio delle onde cerebrali mostra che durante la meditazione il cervello emette onde alfa: tipiche dello stato di pre-sonno o di quando ci svegliamo naturalmente. In questi momenti, siamo rilassati e presenti in uno spazio intuitivo e ricettivo, aperto ai messaggi che vengono da dentro di noi. Possiamo così attingere naturalmente alle nostre risorse più profonde come la creatività, la comprensione e la visione olistica. La pratica della meditazione ripristina perciò il giusto alternarsi dei ritmi sonno/veglia, l'integrazione dei due emisferi cerebrali - logico/razionale (sinistro) e intuitivo/creativo (destro) - e la possibilità di espandere sempre più il rilassamento e l'equilibrio in tutti gli aspetti della vita quotidiana.
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2. Quali sono gli effetti della meditazione e quanto durano?
L'esperienza della meditazione, così come i suoi effetti, è soggettiva nelle sfumature e legata alla fase esistenziale che si sta attraversando. Tuttavia alcuni aspetti sono comuni a tutti coloro che sperimentano queste tecniche.
Alla fine di un'ora di meditazione, il suono di un gong o di un campanello ci riporta alla "vita normale", nell'ambiente circostante e con gli altri. La prima sensazione è di sentirsi molto più in contatto con sè stessi: con il respiro - più profondo e tranquillo - con il corpo - più rilassato e tonico - con la mente - più calma e più lucida. Siamo riposati come dopo un sonno ristoratore, ma estremamente svegli e presenti e complessivamente sereni, disponibili e di buon umore.
La meditazione riequilibra a tutti livelli. Comunque, alcune tecniche lavorano maggiormente sulla centratura, altre sull'armonizzazione corpo-mente, altre sulla sensibilità, altre ancora sul rilasciare stress ed emozioni negative. Gli effetti durano da qualche ora a qualche giorno, dipende dalla nostra totalità nel farle, dall'abitudine a ricordarci di noi stessi, dalle situazioni di stress che viviamo e da quanto ci facciamo portar "fuori" dagli eventi della vita. Certo è che una volta che abbiamo apprezzato il sapore e l'effetto della meditazione, rimane la gioia di aver ritrovato la strada che ci porta a casa, al tesoro nascosto dentro di noi.
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3. Perché praticare la meditazione è utile anche nel lavoro?
Nell'attività lavorativa si è continuamente soggetti a tensioni e a stress. Tanto più questo è vero, tanto meno riusciamo a mantenere la lucidità per comportarci come "vorremmo" o come ci insegnano nei corsi di formazione (le famose "regole d'oro"): ascoltare gli altri, cooperare, essere comprensivi e sensibili, valutare le priorità, ecc.. I nostri meccanismi inconsci e le nostre emozioni prendono spesso il sopravvento e non siamo più completamente padroni della nostra realtà.
La pratica della meditazione ci permette, invece, di sperimentare e conoscere lo spazio del "testimone", che osserva "dall'alto della collina" quello che accade, che osserva i suoi pensieri e le sue emozioni senza esserne identificato, mantenendo così una visione più oggettiva e imparziale della realtà. Questo non significa essere distaccati o senza coinvolgimento, ma piuttosto essere più presenti e lucidi, per poter esprimere il meglio di noi stessi. La meditazione, inoltre, ci consente di eliminare sentimenti negativi accumulati nel lavoro, ci rende disponibile molta più energia e fa che il lavoro sia meno faticoso e più creativo.
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4. I sentimenti e le emozioni giocano un ruolo importante sul lavoro?
Questi aspetti sono collegati al cuore. Il cuore non è solo l'organo che sovrintende al nostro sistema circolatorio, ma anche quella qualità, da non confondere con il sentimentalismo, che ci dà capacità intuitive ed associative, empatia e sincronicità con gli altri, unita a passione e positività. Spesso - quando si va al lavoro - si mette da parte tutto quello che non è grinta, calcolo, aggressività e scaltrezza: come se "la fuori" ci fosse un vero campo di battaglia a cui dobbiamo avvicinarci ben corazzati per poterci difendere dagli aggressori, ben armati per poterci far valere e "vendere cara la pelle", indossando però una bella maschera che nasconda tutto ciò e ci faccia apparire simpatici e gradevoli agli altri: clienti, colleghi, capi. In realtà è ormai ampiamente dimostrato che la nostra intelligenza e le nostre capacità professionali dipendono sostanzialmente dalla capacità di integrare ed utilizzare la nostra sfera emozionale. Gli studi fatti sulle persone che hanno successo dimostrano esattamente l'importanza di integrare costruttivamente le capacità logiche con la sensibilità emozionale. Perché questo accada è necessario che la sfera emozionale sia viva, espansa ed armonica, oltre che vissuta con consapevolezza. Questi temi vengono trattati nei nostri corsi per esplorare ed equilibrare attraverso la meditazione la dimensione emotiva attingendo alle risorse che tutti abbiamo dentro e di cui non sempre siamo completamente consapevoli.
La risposta alla domanda quindi è... SI!
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5. Posso continuare la mia vita e le mie attività normali?
Meditare non vuol dire ritirarsi in un monastero, in una caverna dell'Himalaya o rinunciare ai piaceri della vita. Anzi, vivere nel mondo e praticare la meditazione, è una grande opportunità perchè permette di coniugare la crescita individuale unitamente al confronto continuo nel quotidiano con le situazioni della vita: lavoro, relazioni, soldi, creatività...
La meditazione non ha, quindi, alcun effetto "collaterale" se non quello di renderci più gioiosi, consapevoli ed equilibrati in ogni aspetto della nostra esistenza. Ne avranno beneficio, invece, tutte le attività - sport, lavoro, hobby - e tutte le relazioni - amici, famiglia, colleghi, ecc.
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6. È uguale farlo da soli o in gruppo?
Farlo in gruppo, specialmente all'inizio, ci aiuta ad imparare le tecniche e ad introdurre questo nuovo elemento nella nostra vita. Meditare in gruppo, inoltre, raccoglie tante energie insieme, facilitando ed amplificandone i risultati. Possiamo anche avere il piacere e i benefici della condivisione di un'esperienza diversa ed intima con vecchi e nuovi amici. Sarà poi molto più facile integrare la meditazione nella nostra vita quotidiana a livello individuale. L'appuntamento collettivo rimane comunque un momento nutriente e di apertura con gli altri.
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7. Si può meditare a casa?
Certamente. È anzi auspicabile per il proprio benessere, dedicare del tempo alla meditazione. La pratica della meditazione ci aiuta ad imparare sempre meglio la tecnica da noi scelta e a goderne i benefici con maggiore profondità e totalità. Ogni tecnica di Osho è accompagnata da un CD musicale che scandisce le diverse fasi, rendendo ancora più piacevole e facile la pratica. Ci sono poi dei testi che troverete in questo sito, in cui vengono esposti suggerimenti per cogliere l'occasione, in diversi momenti della giornata, anche per tempi brevi, per rilassarsi e ritrovare lo spazio meditativo del testimone.
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8. E' utile meditare ogni giorno?
Dato che meditazione è vivere il presente con consapevolezza, "potremmo" vivere sempre in meditazione 24 ore al giorno. Per avvicinarsi ad una esistenza consapevole si usano delle tecniche per abituarci a essere in questo stato meditativo e a riconoscerlo. Naturalmente è molto buono riuscire a praticare tutti i giorni una tecnica di meditazione per sviluppare la nostra attitudine. Tuttavia, altrettanto importante, è ritagliarsi degli spazi nel corso della giornata dove stare un pò con noi stessi. Puoi fare gibberish in macchina mentre guidi; curare le piante; essere in treno, in aereo o in poltrona, chiudere gli occhi ed ascoltare il respiro; fare del movimento fisico, danzare; sedersi in silenzio per 10 minuti prima di uscire di casa. Ogni attività può essere il pretesto adatto per essere presenti a se stessi!
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9. Quali tecniche di meditazione utilizzare?
Per le tecniche tradizionali (come la Vipassana) si sta normalmente fermi seduti. Mentre nelle tecniche di meditazione di Osho, ci sono fasi attive e passive che si susseguono nell'arco di un'ora, accompagnate da musiche adatte a sostenerne il processo. La funzione delle fasi attive è quella di risvegliare il respiro, il corpo ed i sensi, mettendo in movimento le energie bloccate, che si accumulano, creando tensioni in zone specifiche (come le spalle, il plesso solare, il bacino). Nel frattempo una parte di noi (il testimone) osserva quello che accade - pensieri, sensazioni ed emozioni - senza manipolare o giudicare, proprio come uno scienziato che studia od un bimbo che esplora il mondo. Questa attitudine ci permette di essere imparziali ed onesti verso quello che vediamo di noi. Possiamo osservare quello che abbiamo accumulato e represso, sentirlo sciogliere e trasformare in linfa vitale, rilassamento e amore per noi stessi.
Nelle fasi passive, normalmente le ultime, entriamo in uno spazio di quiete in cui cessa ogni movimento. Seduti o sdraiati in silenzio, rimane il testimone che continua ad osservare il traffico della mente, lo spazio tra un pensiero e l'altro, il corpo che riposa……il processo che continua.
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10. Meditazione significa stare tanto seduti a gambe incrociate?
Dalle diverse tradizioni ci sono arrivate molte tecniche di meditazione. Molte di queste - tra le più note è la Vipassana, la tecnica con cui il Buddha raggiunse l'illuminazione - utilizzano posture specifiche, come lo stare seduti a gambe incrociate. Osho, pur enfatizzando il grande valore di queste tecniche, ne ha create di nuove, appositamente per l'uomo moderno, che ha problemi nuovi e conduce una vita così diversa nei comportamenti e nelle abitudini. Per questo integra gli approcci delle diverse tradizioni con il movimento del corpo, il respiro, la danza, la voce, ecc., per raggiungere gli stessi obiettivi di sempre, ma con strumenti innovativi. Infine, avendo reso disponibili molte tecniche diverse, ognuno può scegliere sia quella a se più congeniale per la pratica individuale, che quella più rispondente alle necessità del momento.
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11. La meditazione è adatta solo alle persone "serie"?
No, è per tutti. Ma anche per le persone "serie": proprio perché dà spazio alla gioia, alla leggerezza, alla giocosità ed al senso dello humor. Andare dentro significa riconnettersi con la propria fonte vitale e ritrovare, perciò, il gusto della vita, senza quella seriosità e pesantezza che a volte raccogliamo lungo la strada del vivere quotidiano.
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